In occasione della festa del Santuario della Madonna Addolorata il Centro di Solidarietà di Rho, in unità con i Padri Oblati Missionari e le Parrocchie della città, propone una mostra sul Cenacolo di Leonardo da Vinci in un percorso relativo al suo periodo milanese presso la corte degli Sforza alla fine del Quattrocento, cogliendo l’occasione dell’appena trascorso cinquecentesimo anniversario della sua morte.
Il cuore della mostra è rappresentato da una riproduzione di tale opera in scala 1:2. Alla realizzazione della mostra ha partecipato suor Maria Gloria Riva, curatrice e anima di questa mostra, mossa dal desiderio di guardare Leonardo con occhi diversi al di là di quelli che sono i luoghi comuni abbastanza stantii della tradizione e mettendo a disposizione i propri studi già oggetto di numerose pubblicazioni.
Leonardo e il senso della fine
Il titolo, “Dalle crepe la luce”, lascia intravvedere l’originalità dell’approccio, pensato dalla curatrice per mettere in risalto l’origine profondamente umana del genio creativo e del lavoro dell’artista.
Negli ultimi anni di vita Leonardo da Vinci, artista eclettico e complesso del Rinascimento italiano, dedicò molti disegni al tema della fine del mondo, accompagnati da scritti dal sapore profetico variamente interpretati. Il disegno finissimo, e a prima vista incomprensibile, narra di una sorta di ribellione della natura contro l’uomo lontano da Dio ed è accompagnato da 117 profezie che descrivono in modo solenne scene apocalittiche.
Il testamento
Poteva esser certo influenzato dal Savonarola, incontrato a Firenze, oppure dagli scritti di Pico della Mirandola, ma certo è che Leonardo confidò nella misericordia del Salvatore e credette nell’esistenza di un’armonia universale presente anche nell’apparente caos della fine del mondo.
Basterebbe sfogliare il suo testamento, venuto alla luce soltanto nel Settecento: egli organizza meticolosamente le sue esequie, chiede la presenza dei cappellani e dei frati minori e un corteo di sessanta poveri, reggenti ciascuno una torcia. Vuole la celebrazione di tre Messe solenni (ovvero cantate con diacono e suddiacono) e di trenta Messe “basse” (officiate da un prete con uno o due chierichetti). Sceglie anche i luoghi: le Messe si dovevano celebrare a San Gregorio, a Saint-Denis e nella chiesa dei francescani.
In ginocchio davanti a Dio
Racconta il suo fedele amico e allievo, Francesco Melzi, come, nonostante la gravità della sua malattia, da Vinci volle confessarsi e ricevere in ginocchio il Santo Viatico. Si aggrappò alle braccia del Melzi e di Villanis, suo fido servitore, per potersi inginocchiare, mentre calde lacrime accompagnarono questo gesto, tanto grande nella sua semplicità. Cade così il mito di un Leonardo “laico”, poco incline al fatto religioso, stravagante e solitario.
La mostra avrà una speciale attenzione ai più giovani, in particolare al mondo della scuola, dove troverà diffusione anche per il tramite di progetti proposti dal Centro di Solidarietà di Rho a tutte le scuole della nostra zona con la possibilità di visite guidate che coinvolgeranno attivamente gli studenti.
Quando la mostra? Da sabato 11 settembre 2021 a domenica 10 ottobre 2021
Dove? All’aperto, nel porticato del collegio dei Padri Oblati Missionari, adiacente al Santuario di Rho
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